La chiave del destino, è una storia che sto scrivendo io! mi auguro vi piaccia >w<

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•B-Rabbit_95!†
icon1  view post Posted on 6/2/2013, 18:16     +1   -1




Capitolo 1: Nuova vita

Era una fredda e rigida serata d'inverno quel giorno a Neshville Arizona. Erano anni che non faceva così freddo ed il clima è sempre stato mite d'inverno , ma quando arrivò quella terribile notizia sembrava che anche il tempo ci avesse voltato faccia. Io e la mia famiglia festeggiavamo il compleanno di mia nonna quando un generale di marina vestito in vesti ufficiali bussò alla nostra casa-fattoria di campagna e io avevo soltanto 13 anni. Nonostante l'ufficiale bussasse la persona che si recò alla porta per aprirgli fu mia madre. In quell'ultima settimana non era affatto tranquilla, era quasi spesso nervosa e intrattabile. Il giorno ebbe come un presentimente che qualcosa di brutto fosse accaduto. Il mio fratellino, Leon dormiva tranquillo nella nostra piccola e calda cameretta quando io uscì e andai alla finestra per origliare ciò che accadeva: "Dokey!" bisbigliai al mio caro pastore tedesco che allora era un cucciolo" Dai.. vieni qui!" Non se lo fece ripetere due volte e subito , con la bocca piena di bava mi saltò addosso e prese a leccarmi la faccia rumorosamente, producendo un leggero mugolio di tristezza. Lui aveva capito, io no perché presi a ridere convulsamente. Dokey era stato il regalo di compleanno di mio padre. Era un trovatello che incrociò di ritorno da una missione in preda al panico per essere stato abbandonato. Ad interrompere le mie risa fu il pianto della mamma che spezzò il caos di quella serata allegra in famiglia.
Il suo pianto si stagliava nell'ambiente circostante e riuscì ad infrangere persino la pioggia che sferzava con potenza sul tetto della casa e intorno alla campagna.
Mio padre,quell'uomo che aveva fatto sì che io e mio fratello nascessimo dal suo amore e da quello della mamma, quell'uomo che riusciva a comprendere il mio spirito un po' ribelle e libertino non esisteva più. Adam Jordan era morto in un attentato alla sede americana in Afghanistan perché si era fermato a mettere in salvo una donna con suo figlio.
Scesi giù spaventata e preoccupata per quella donna che mi aveva portato alla vita con la mia fluente chioma nera che mi ricadeva leggera a coprire le spalle, cercai di scrutare il suo stato d'animo con i miei grandi occhi blu ereditati dal mio caro padre e accortamente chiesi a mia madre:" Mamma...Dov'è papà..?" infondo sapevo che non c'era più, che non mi sarebbe stato più accanto fisicamente.. Come lo sapevo? Guardavo un sacco di film dove dei soldati morivano, altri ne nascevano e in molti di questi qualcuno moriva sempre e il maresciallo portava la lettera ai famigliari.
"Papà..." singhiozzò " Papà...è volato in cielo, ora è un angelo che ti proteggerà per sempre" sforzò un sorriso, ma scoppio subito in lacrime abbracciandomi. Io non riuscivo mai a piangere. Per qualsiasi cosa orribile non piangevo mai davanti alle altre persone , ma il mio sguardo era assente e stavolta non riuscì a lungo a tenere le lacrime.. una fitta che partì dallo stomaco mi pervase in tutto il corpo e il mio cuore era come gelato, mi faceva male. Ancor più ricordare mi faceva malissimo. Pensare che il giorno prima era vivo e che aveva parlato con noi al telefono come se la nostra storia fosse destinata a durare di più.
Ricordo tutt'ora la nostra ultima conversazione in cui mi aveva promesso che al suo ritorno saremo andati tutti quanti al campeggio, e che avremo ancora mangiato i marshmellows tutti assieme attorno ad un falò mentre cantavamo le canzoni dei Boy scout.
"Mi aveva promesso che sarebbe tornato.." pensai in preda alla disperazione.
In seguito a quella notte mia madre divenne psicologicamente instabile, aveva lasciato il lavoro di modella a cui teneva tanto e fu costretta a seguire delle cure psichiatriche ma nonostante la sua debolezza , non aveva perso il suo splendore e la sua bellezza. Aveva i capelli lunghissimi, i ricci curatissimi le scendevano sulle spalle, e la sua pelle diafana risplendeva alla luce della luna,per non parlare del suo fisico. Non era affatto quello di una donna di 30 anni che aveva subito un trauma del genere. Aveva delle belle gambe e un 'altezza pari ad 1.70m. Avevo ereditato da lei solamente la bella pelle, il resto era di mio padre.

In seguito alla morte sua morte ero cambiata in peggio. Non ero più la bambina di 13 anni allegra e sorridente che cavalcava con i cavalli dei nonni nelle praterie di Neshville. Ero diventata una piccola delinquente in erba, i miei voti a scuola erano pessimi e l'unica materia in cui mi salvavo era la letteratura. La professoressa non mi trattava infatti come una delinquente che era stata arrestata e condotta al carcere minorile per furto e rissa in pubblico. Mi trattava come un essere umano, perciò con la signorina Jobs andava tutto a gonfie vele. Era davvero una bellissima donna. Si chiamava Melissa Jobs ed era originaria del Paraguay, perciò aveva in lei quei tratti così...amerindi che io amavo. Occhi grandi, neri e a mandorla,pelle olivastra e capelli lunghi,neri e mossi.
Il giorno in cui mia mamma decise di trasferirci insieme al suo nuovo compagno Greg, dopo tante macchinazioni mi trovavo a scuola e stavo per combinarne un' altra delle mie insieme alle mie " amiche",che rimanevano insieme a me solo per paura di essere picchiate. Il che era plausibile, ma io tenevo davvero a loro e non avrei mai fatto una cosa del genere. "Judi!" mi disse a bassa voce Mary Ann una di loro con il tono di voce che si percepiva essere preoccupato" Che diavolo combini! Dannazione!Il signor Marshall è dietro la porta! Rischiamo di essere sospese per questo!"Vi starete chiedendo.. che cosa stessi per fare in quel momento! Ebbene... Avevo solo l'innocente intenzione di modificare una foto di lui mettendolo a nudo e con un perizoma da donna con le piume rosse in internet, scriverci sopra:" Adorate le mie chiappe" e mandarlo a tutta la scuola e alla polizia di Neshville. Una cosa da niente no? Mi avrebbero certamente non solo sospesa ma anche arrestata.
" Bene...ancora un po' e le chiappe di Marshall arriveranno a tutti i cellulari di questa scuola..." ma come ben potete immaginare...entrò Marshall!
Mi nascosi insieme a Mary Ann e Mishal dietro un tavolo della stanza ben nascosto..
Ma avevo lasciato il display aperto " Merda!" Dissi a bassa voce e Mishal, evidentemente spaventata, mi chiese cosa fosse successo. " Ho lasciato il display aperto...siamo nei guai..." dissi. " "Siamo"?" disse Mary Ann "Questo casino l'hai combinato tu! Noi neanche dovremo essere qui ma a lezione di Trigonometria!"
Il professor Marshall si girò per prendere gli occhiali e leggere ciò che c'era scritto nel computer quando io incitai le mie amiche:" Ragazze...Allora al mio tre... usciamo dalla porta del retro.." " Retro? " domandò Mishal " Sì.. retro! un maestro del crimine non organizza il colpo senza trovare prima il modo di fuggire senza essere scoperto...studia tutto nei minimi...particolari!" Sorrisi con malizia seguita dalle mie amiche:" 1...2....3! Via!" Raggiungemmo di corsa il retro ma la maniglia era chiusa. "Ahhh! Dannazione! " dissi io sotto i denti rabbiosa " E ora che facciamo ...Miss Crimine?" mi chiese Mary Ann spavalda. " Senti Miss so tutto io! Perché non ti tappi la bocca e mi lasci fare ogni tanto, oppure potresti trovare una soluzione più intelligente dato che sai tutto?" sbuffai " Guarda che io ti...!" cercò di dire Mary Ann "Non ora!" sbottai " Penso di aver trovato una soluzione!" diedi un calcio molto potente e rumoroso alla porta del retro e tutte e tre scappammo via velocemente mentre Mr. Marshall cercava ancora di realizzare dove fossero gli occhiali e cosa fosse quel rumore improvviso. " Ma che diavolo...! " disse dopo aver visto quella sua bellissima foto nel computer dopo che ormai mancava solo l'1 % all'invio e non aveva fatto in tempo a bloccare. "Ahahahaha! Avete visto la sua faccia! a momenti gli saltava la dentiera!" risi guardando le mie amiche. Quando rientrammo a scuola tutti quanti ridevano a dire il vero. Nei corridoi non si parlava altro che del Playboy Mr. Marshall il che era divertente dato che stava antipatico a tutta la scuola.
Era il prof. di matematica più odiato. Acido, viscido e subdolo. Doveva pagare per avere offeso mio fratello davanti a tutta la classe dicendogli che era un asinello soltanto perché dopo un periodo no e un periodo di F si era messo a studiare e in un battito di ciglio era diventato il primo della classe e perché utilizzava metodi da lui sconosciuti ma corretti. L'aria di gioco fu interrotta dai suoi passi pesanti per il corridoio.
Si fece avanti coi suoi baffi e con il suo pizzetto, ma solo da una cosa si riconosceva la pancia a tamburo e il naso da pinguino. Noi l'avevamo soprannominato "Pinguino" in memoria del cattivo di Batman. " CHI E' STATO!!" sbottò irato
Tutta la scuola era ammutolita, il suo grido infatti si sentiva lungo tutti i corridoi
" Non ridete più?" nessuna risposta " IL GATTO VI HA MANGIATO LA LINGUA? PRESTO LA VOGLIA DI PARLARE RITORNERA' VE LO ASSICURO! SE NESSUNO PARLERA' FARO' SOSPENDERE TUTTA LA SCUOLA! TUTTA! NESSUNO ESCLUSO!"
Camminava come un sargente e guardava negli occhi gli alunni uno per uno stizzito finché non arrivò a me:" Ohh! Signorina Jordan! Tornata dall'assenteismo vedo..."
" Sì, signore è felice per questo?" chiesi " Immensamente! Immensamente!" rispose ironico " C'è dell'altro?" gli domandai con aria di sfida:" Mi domandavo.. se fare quello che è successo sia stata lei..." disse con fare indagatore andando avanti e indietro come un tigre nel foro romano che attende di uscire dalla sua gabbia per lottare con i gladiatori:" Mmmh...chi lo sà! Forse sì forse no... il dado è tratto.." " SMETTA DI PRENDERMI IN GIRO! NON SONO FESSO!" mi urlò contro :" Oh ma lo so... Come io non sono Mishal o come Mishal o Mary Ann non sono me! ognuno ha il nome che gli è stato dato il suo e Mr.Marshall non Fesso perciò so che lei si chiama Mr. Marshall!" tutta la scuola si mise a ridere per le mie stupide affermazioni. "E se io guardassi le telecamere di sorveglianza e provassi che è stata lei...Judi? Cosa succederebbe...? " domandò acido. Ammutolì. " Questo!" Presi a correre a correre e a correre con il prof che mi inseguiva avanti e indietro per i corridoi.Quando arrivò proprio mentre mi prese per il colletto della giacca si udì una voce provenire dall'auto parlante della scuola:" La signorina Judi Jordan ripeto Judi Jordan è desiderata all'ufficio della segreteria didattica grazie!" Mi scollai di dosso Mr. Marshall che mi urlò contro:" NON FINISCE QUI JORDAN! NON FINISCE QUI!! " Sbattendo la porta dell'aula in cui avrebbe dovuto fare lezione.
"Pff, vecchio puzzolente e arcigno!" dissi a me stessa ridendo.
Arrivai finalmente in segreteria dove la gentilissima addetta mi diede una cioccolata calda dopo averle raccontato l'accaduto con un biscotto all'arancia e mi disse :"
C'è una telefonata per te cara, e tua madre!" " Che vuole quella maledetta vipera ora..." dissi prendendo la cornetta. Da quando un anno fa mamma si era trovata un nuovo compagno non la sopportavo.
Com'era possibile che un amore durato per 16 anni si fosse esaurito dopo soli 4 anni dalla morte di mio padre? Non lo accettavo, o meglio non lo volevo accettare. "Che cosa vuoi!" le chiesi sgarbatamente " Fatti trovare nell'ufficio del direttore io e Greg stiamo venendo a prenderti. Ci trasferiamo in Canada, ci faremo una nuova vita, avrai nuovi amici e nuovi amori e.." la interruppi " No no no no no! frena frena...! Ci trasferiamo? CI TRASFERIAMO!? Ho fatto una fatica del diavolo per essere accettata qui e per ambientarmi e tu mi vieni a dire " Ci trasferiamo!" con un'aria da principessa di uno Shoujo manga!? Mi prendi per i fondelli?!" sbraitai contro di lei:" NON PARLARE A TUA MADRE IN QUESTO MODO RAGAZZINA!" mi gridò contro" Io parlo a chi mi pare con il tono che mi pare ok!?" le risposi con strafottenza" Beh volente o nolente, razza di delinquentella ti farai trovare nell'ufficio del direttore insieme a Leon e ti trasferirai con noi a Fort Saskatchewan!"
"Fort che...?" mi chiuse il telefono in faccia.
" Che palle!" dissi scocciata alzando gli occhi al cielo.
Andai a prendere mio fratello in classe e insieme ci recammo nell'ufficio del direttore ad aspettare mia madre e il suo compagno. Presi il mio Iphone e feci per mettermi le cuffie quando mio fratello mi prese il polso delicatamente per poi mettere le mie mani tra le sue:" Ehi! Sorellona!" mi disse con un sorriso a 350 denti bianchi e perfetti come la neve :" Che c'è..?" gli chiesi sorridendo "Sei stata tu ad inviare quella foto a tutta la scuola? eh?" mi domandò eccitato:"Pff...ahahahahahahah! Hai visto come si è incavolato quello lì? sembrava un toro da monta a cui hanno schiacciato la coda!" gli dissi ridendo come una pazza" L'hai fatto per me? Ti ringrazio!" Mi abbracciò con amore. Anche se ero io la sorella maggiore dalle apparenza sembrava il contrario;alto, snello capelli corvini e occhi verdi. Un bambino di 15 anni in un corpo da gigante, inoltre aveva un carattere esattamente opposto al mio.Lui era molto dolce, gentile e premuroso nonché un bravo studioso. La figura massiccia di Greg fece capolinea dalla porta, e subito il buon umore creato da mio fratello andò a sfumare in rabbia e odio profondo che provavo alla presenza di quell'uomo.Appena entrò lo fulminai con lo sguardo. " Oh ma guarda chi si vede!" Dissi con un finto sorriso " Macho-man in tenuta sportiva si è finalmente scomodato per venirci a prendere! E' un onore!" continuai " Anche io sono felice di vederti Jud." mi disse con calma fermezza sorridendo. Sorrideva. Questo mi faceva più rabbia e tra me pensavo " Va' al diavolo! Bifolco!" Presi mio fratello per mano e uscì dall'aula squadrandolo:" Jud!Juud! JUUUD!!" mi gridò mio fratello " La mano! mi stritoli!" continuò dolorante" Oh, eh.. scusa. Ma lo sai che non riesco a controllare bene la mia forza! " Uscimmo dalla scuola sotto lo sguardo incredulo di tutti "Beh? Che avete da guardare? Non siamo mica i Green Day! " sbraitai. Tutti si girarono e ripresero con quella monotona routine scolastica. Dico monotona perché poi la mia vita sarebbe cambiata.Il mio destino stava per avere una svolta completamente differente con il mio trasferimento. La mamma non era in macchina. Gregory (Greg)
e lei si sarebbero trasferiti a Fort Saskatchewan soltanto cinque giorni dopo poiché per loro finiva la stagione di lavoro e dovevano riscuotere il loro ultimo stipendio a Neshville. L'unica cosa che amavo di Greg era la sua decapottabile gialla sportiva con uno stereo ultra tecnologico, ma ciò che mi si presentò davanti non era quella bellissima auto, ma un inutile taxi bianco con un tassista zombie e una radio totalmente assente! Dokey era seduto nel sedile posteriore e mi aspettava, scodinzolando. Nonostante fosse adulto aveva ancora il carattere di un bambinone ma, la bava..ahimé si era triplicata! Il tassista guardava con sdegno il mio pastore tedesco che sbavava tutti i sedili , ma non poteva buttarlo fuori perché era stato pagato per portare anche lui. Il tassista zombie mormorò qualcosa del tipo:" Dove vi porto signori?" Ma con un accento davvero strano. Non era probabilmente del posto e puzzava di cipolla andata a male. " Fort Saskuan." Dissi io un po' spaventata da quel tassista " Non è Fort Saskuan! E' Fort Saskatchewan!" mi corresse mio fratello " Oh! Scusa tanto sapientone!" gli risposi facendogli il verso. L'autista ci guardava con quegli occhi vitrei e inespressivi contornati da grosse borse viola e con le gote scavate, aspettando una risposta corretta.Alzò un sopracciglio :"Allora?" riprese con il suo accento tombale :" Si beh dove ha detto lui..." anche Dokey confermò con un " Woff!" Partimmo ma il tassista non ci portò direttamente sul posto. Fummo costretti a cambiare e a prendere l'aereo in una qualche cittadina sperduta vicino alla costa occidentale e dopo un giorno arrivammo alla nostra destinazione la sera verso le 18.30h.
"Cos'è questa tomba...?" domandai a mio fratello con una faccia allibita "...Fort Saskatchewan... credo" La nostra casa si trovava sulla sesta strada di quella cittadina sperduta." Che freddo cane!" dissi cercando di scaldarmi con le braccia. Dokey abbaiò "Oh siamo suscettibili oggi? Fa un freddo cane è un modo di dire Dokey!" La nebbia iniziava a scendere e noi non avevamo ancora trovato la via di casa. Mio fratello entrò in un negozio a chiedere indicazioni sulla casa in questione e io rimasi fuori ad aspettarlo. Il silenzio era straziante e snervante. Forse dipendeva dall'ora, o forse dal freddo sta di fatto che in strada si vedeva poco meno di un'anima. In quel silenzio caotico sentì dei passi che pian piano arrancavano nella neve. Non mi sentivo sicura perché la nebbia aveva fatto la sua comparsa e non riuscivo a vedere un palmo dal naso. "D-Dokey..." dissi nervosamente in preda al panico :" Woff!" rispose lui. I passi si avvicinavano sempre di più e il mio cuore tamburellava contro il petto tanto che sembrava volesse uscirne e il mio respiro accelerato andava sempre più a ritmo con esso. Una mano maschile spuntò dalla nebbia e mi prese per una spalla delicatamente. A quell'azione la paura si invaghì di me e sferrai un bel pugno in faccia a qualcuno:" Ahia!! Sei fuori di testa stupida!" mi gridò una voce maschile dolorante. La figura si avvicinò di più e si fece più nitida; Capelli rosso fiammante e spettinati, occhi profondi del colore dell'oceano più profondo, labbra rosee non troppo carnose e una pelle pallida e senza lentiggini. Così era e così è l'uomo che catturò la mia attenzione e che mi attirò dolcemente a se come ad una falena attira la luce.
Il mio cuore prese a battere ancor più velocemente, non avevo mai provato una sensazione di calore e tensione così profonda in tutta la mia vita. Le parole non mi uscivano di bocca. Ad uscire erano soltanto degli strani e stupidi versi di natura incomprensibile.
Non avevo mai creduto o provato fino ad ora che cosa significasse amare profondamente una persona, e tanto meno ci pensavo. Pensavo anzi che quel sentimento che tutti definivano con il termine astratto " Amore" non esistesse. Mi sbagliavo.
Mio fratello uscì dal negozio "Jud, nessuno sa dove si trovi questa casa..oh.. Salve..." disse lui evidentemente imbarazzato. Ma il ragazzo misterioso dai capelli color fuoco non accennava a rispondergli tanto meno sembrava lo notasse. Continuava a fissarmi con quello sguardo così profondo, indescrivibile tanto da rendermi nervosa. Vedevo il pericolo che gli arieggiava attorno ma da questo pericolo venivo irrimediabilmente attratta. Distolsi il mio sguardo dal suo e solo allora lui sembrò notare mio fratello." Salve... Siete nuovi? Non mi sembrate facce che ho già visto" chiese a mio fratello " Oh..ehm..si veniamo da Neshville Arizona.."
"... E da una bella cittadina come Neshville siete venuti in questa cittadella sperduta...? Pff.. Che stupidi" disse beffardo:" Ehi,bellone bada a come parli!" gli risposi guardandolo negli occhi con determinazione "Se no che mi fai..?" disse prendendomi il mento e avvicinando pian piano il suo viso perfetto al mio con voce maliziosa e lusinghiera" Ehi! Non toccare mia sorella!" gli intimò mio fratello prendendogli il polso con forza. " Pff.. Quella casa si trova dietro questo negozio è proprio quella là!" cambiò discorso " Mi chiamo Laliael Webstore! E tu?" disse rivolgendosi a me con un sorriso malizioso " Judi... " risposi dubbiosa " Judi... beh ci becchiamo in giro ragazzi ciao! e ciao anche a te bestione!" Abbracciò Dokey che inaspettatamente si mise a leccargli la faccia scodinzolando e vendendosi per qualche coccola "Dokey... Scherzi? Lui non fa mai così se non con uno di famiglia! neanche con Greg si comporta così!" mormorai incredula " Avrò una qualche...attrattiva sui cani..." mi rispose con quel suo sorriso malizioso che iniziavo ad adorare. Detto ciò se ne andò, sparendo nel nulla nella nebbia così come era arrivato, senza lasciare traccia.
" Che strano individuo...!" pensai tra me. Grazie alle sue indicazioni riuscimmo però a trovare la casa. Davvero notevole. Era bella grande con un tetto spiovente in legno per far si che la pioggia o la neve scendesse. Dentro era spaziosa ed elegante con un enorme caminetto. Quella casa aveva un non so ché di familiare e rimandava a tempi passati. Ma della mia tenera età i ricordi pian piano erano stati rimossi. Forse avevo già visto o ero già stata in quella casa?
Ma scacciai subito via quel ricordo perché lo reputai impossibile. Salì per le scale con Dokey alle calcagna e scelsi quella che sarebbe stata d'ora in avanti la mia camera a letto, ovviamente la più grande bella e spaziosa!
Dopo essermi fatta un bel bagno caldo ed essermi bevuta una bella cioccolata bollente le mie palpebre iniziavano a chiudersi. Troppe emozioni e troppi sentimenti erano venuti fuori quel giorno, perciò mi gettai sul letto. I rumori degli alberi che sbattevano coi rami sulla mia finestra scossi dal vento e dalla pioggia mi inducevano ancor più al sonno. Finché non cedetti e mi addormentai con Dokey al mio fianco.
All'improvviso venni catapultata in un posto sconosciuto, non so se fosse un sogno o la realtà...sapevo soltanto che dietro di me in quella foresta, tetra, lussureggiante e spaventosa c'era qualcun altro o qualcosa , sapevo che non ero sola...
 
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view post Posted on 7/2/2013, 15:33     +1   -1
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Ma è fighissima*____* ti prego continualaa :woah.gif: :love.gif:
 
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view post Posted on 7/2/2013, 16:18     +1   -1




CITAZIONE (×Michiyo. @ 7/2/2013, 15:33) 
Ma è fighissima*____* ti prego continualaa :woah.gif: :love.gif:

ihh! sono contenta ti piaccia !! *^*
 
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view post Posted on 7/2/2013, 17:52     +1   -1
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Non vedo l'ora che la continui:3
 
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Hisae
view post Posted on 10/2/2013, 12:55     +1   -1




Sta fiction è strafiga*Q* l'ho letta la scorsa volta ma non ho avuto il tempo di commentarla. B-Rabbit 95 continuala*A*
 
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view post Posted on 10/2/2013, 19:44     +1   -1




awww ti ringrazio *^* mi fa piacere che ti piaccia *^*
 
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view post Posted on 10/2/2013, 21:38     +1   -1
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CITAZIONE (Hisae @ 10/2/2013, 12:55) 
Sta fiction è strafiga*Q* l'ho letta la scorsa volta ma non ho avuto il tempo di commentarla. B-Rabbit 95 continuala*A*

Dunque non sono l'unica a cui piace :lol.gif:
:179.gif:
 
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view post Posted on 11/2/2013, 13:07     +1   -1




Continuo Capitolo 1


Il mio abbigliamento era particolare: indossavo un vestito molto bello, pieno di volants.Pieghe e merletti di color verde smeraldo svolazzavano leggeri a contatto con l'aria gelida, fredda e rumorosa che sferzava le chiome delle alte sequoie. I loro tronchi formavano una specie di gabbia, ed io stavo nell'unico spazio rotondo e verde, non circondato da quegli enormi vegetali. Io scrutavo nelle viscere più oscure degli spazi immensi creati da questi alberi, in balia del timore, della paura, e di ogni minimo rumore che sovrastava l'ambiente circostante. Sentivo che qualcosa mi osservava, che si avvicinava a me, una sensazione simile ai film sul paranormale in cui un fantasma indispettito per qualcosa ti disturba, ti osserva,ti guarda ripetutamente e aspetta il momento più opportuno per portarti negli abissi della disperazione. Questa sensazione provavo, il che certamente non era delle migliori.
Ad un certo punto, la mia supposizione si era rivelata essere esatta. Dei passi , o meglio un rumore di zoccoli echeggiava nel bosco,non capivo da dove provenissero, tanto meno volevo saperlo, perciò mi misi subito a correre in una direzione sconosciuta, seguendo il mio solo istinto di sopravvivenza, che soltanto nei momenti di difficoltà esce fuori da ogni essere umano e vivente dell'universo, e corsi. Corsi, corsi e corsi ma quei passi si avvicinavano, non sapevo in quale direzione fossero, ma stavano venendo verso di me e io persi la speranza di trovare una via di fuga in quell'immenso squarcio di verde dimenticato da tutti tranne che da Dio, che lo faceva crescere rigoglioso. Una voce si impadronì dei miei pensieri; una voce calma, rilassante e dolce, una voce maschile che conoscevo ma alla quale non riuscivo a ricollegare un volto:" Non andare da quella parte" mi disse " Vai dove il sole sorge e illumina la porta dei sogni, solo li riuscirai a svegliarti da un incubo eterno; e prendi la chiave con te" continuò:" Quale chiave?" risposi io:"Io non possiedo nessuna chiav..." Davanti a me una via si illuminò al mio passare, e fu cosi che capì che la direzione da prendere era quella. " Ehi! Aspetta! Chi sei!? Io non possiedo nessuna chiave!! Come faccio ad aprire la porta se non ho la chiave! ". Nulla. Più un'anima si fece sentire. " Ma bene! Bene! Vai all'inferno!" lo scalpiccio sui sassi si arrestò. Fu così che realizzai che era troppo tardi. Mi voltai. Una maestosa ma minacciosa figura si era fermata davanti a me. L'unica cosa che riuscivo a scorgere in quell'oscurità erano i suoi lucenti occhi cremisi, che mi scrutavano e aspettavano un mio passo falso. un corno spuntava dalla sua fronte, due ali lunghe, nere, che parevano di lino erano poste rispettivamente dal fianco destro e sinistro della creatura. Nitriva in modo pauroso. Dopo esser rimasta dieci minuti a bocca aperta realizzai di cosa si trattasse. Era un unicorno. Un bellissimo ma terribile unicorno dal manto liscio e bigio.
Arretrai. Ma al mio indietreggiare lui si faceva avanti, imponendo la sua potenza con i suoi lunghi arti. Era fiero nel suo marciare, tanto che il suo passo mi ipnotizzava, ma quello non era certo il momento migliore per ammirare un equino, alato e per giunta che non vedeva l'ora di riempirsi la pancia! Sapevo che forse non era un movimento astuto, ma l'istinto prevalse su di me. Una scossa elettrica accompagnata da un momento di adrenalina percorse la mia schiena, e quando quest'impulso raggiunse il mio cervello, una luce ad intermittenza si accese nel mio cervello e diceva “Scappa”. Me la diedi a gambe levate. Si ok. Da ciò che avete letto in precedenza magari non vi aspettavate questa mia mossa, e avrete senz'altro pensato che io affrontassi quell'enorme ammasso di zoccoli! Ebbene. Lo credevo anche io. Ma la paura e la fifa contavano di più dell'orgoglio ed il coraggio in quel momento. Non capita tutti i giorni, dopo tutto, di trovarsi al cospetto di un enorme e scuro cavallo alato che vuole nutrirsi di te e utilizzare le tue ossa come stuzzica denti no? .
Il bosco non terminava mai, non sapevo più ne' cosa fare ne' dove andare. Quella voce si fece risentire. “Ricordati ciò che ho detto, usa la chiave. La chiave ti aprirà una via di fuga la' dove il sorge sole ad est.” La strada da percorrere era terminata, ma semplicemente per il fatto che mi persi, com'era ovvio, nelle viscere di quella selva che non prometteva nulla di buono. Intanto il nostro amico si era infuriato, e nitriva come un pazzo e nella mia mente si traducevano utilizzando l'immaginazione le parole che diceva: “ Ho fame!! Vieni subito qua e fatti mangiare da me per poi usare le tue ossa come stuzzica denti!” immaginavo che l'essere stesse borbottando questo.
“ Uffa, ma perché in questo posto non esiste un Google Map!?” sbraitai guardando il mio cellulare, che inesorabilmente segnava l'assenza di campo. Decisi di rassegnarmi, di aspettare che quella creatura elegante ma terribile mi ragiungesse e mettesse fine alla mia vita. Quella breve e inutile vita che da quando era morto mio padre non mi portava altro che malessere, dolore, angoscia e disperazione. Vidi in un attimo tutti gli avvenimenti che mi avevano resa quella che ero. I miei cari, i miei amici, il mio fratellino. L'unico di cui mi importasse realmente. Fu quello il momento in cui l'animale arrivò. Mi andò contro. Stava per uccidermi. Una luce abbagliante folgorò d'improvviso le tenebre di quella massa vegetale. L'unicorno fuggì a quel chiarore, nitrendo come se fosse stato ferito da una freccia che gli aveva trapassato le ali da parte a parte. In quel momento il terreno frenò sotto i piedi di una me stessa ancora incredula per quel qualcosa di inspiegabile che era accaduto. Il mio corpo cadde pesante nel vuoto, e fu cosi che mi risvegliai.
“Judi!! Judi!! Ehi!! Svegliati!” aprì gli occhi. Non potevo credere a ciò che vedevo. In piedi sul ciglio del mio letto c'era mio fratello, che tentava amorevolmente di farmi rinsavire. Sembrava fossero passati secoli dall'ultima volta che l'avevo visto, perciò lo abbracciai, lo abbracciai come non mai, come se quella dovesse essere l'ultima notte della nostra vita su questa Terra. “ Leon!! Leon!! Sei davvero tu... Non ci posso proprio credere!!” dissi : “ Tornata!? TORNATA?” Sai da quanti giorni dormivi? Credevamo che ti fosse sucesso qualcosa lo sai?” mi sgridò togliendosi di dosso le mie braccia.
“Quanti.... giorni? Mi sono addormentata per... Giorni?” chiesi incredula e spaventata: “ Si! Si! Judi! Continuavi a parlare di un bosco tetro! E di un animale che ti inseguiva! Blateravi a proposito di una porta, di una chiave e di una voce che sentivi dentro la tua testa!” riprese mio fratello spazientito, ma più calmo.
“ Dove sono la mamma e Greg?” chiesi a Leon cercando di cambiare discorso: “ Non sono ancora arrivati, hanno avuto un contrattempo... Vedi... La madre di Greg è... è morta.”
Morte. Quante volte questo concetto mi era passato per la mente in quei lunghi istanti di agonia passata in quella selva tetra in compagnia di quell'essere e quante volte aveva toccato la mia famiglia in prima persona.
Prima mio padre, poi la signora Mia. La conoscevo da quando ero piccola. Era come se fosse una terza nonna per me. Greg abitava nella casa di fronte alla nostra, quando eravamo a Neshville. Io non ho mai potuto sopportare lui, perché rivolgeva delle attenzioni particolari a mia mamma anche quando lei e papà erano sposati. Ma la signora Mia, e si,lei era fatta di tutt'altra pasta. Ogni mattina verso le 10.00 andavo sempre a farle visita insieme a Leon e lei mi faceva trovare sempre sul tavolo del soggiorno dei gustosissimi biscotti di cioccolato e pasta frolla a forma di cuore. Li adoravo. Ci sedevamo per lunghi istanti davanti al modesto caminetto e lei mi raccontava delle leggende, di quando era piccola, del marito. Ma c'era una storia in particolare, una storia che esigevo che mi raccontasse ogni qual volta andassi da lei. Quella della principessa e delle chiavi del destino.

“Un giorno la principessa di un lontano regno ora scomparso di nome Uasal, si trovò da sola ad ereditare un grande regno, poiché i suoi genitori erano venuti a mancare in circostanze misteriose. La sua famiglia era la custode di 7 chiavi, 7 chiavi che corrispondevano a sette regni e a sette lari che avevano il compito di proteggere questi regni e in generale l'umanità dalle divinità negative, i demoni. Chi riusciva ad ottenere anche solo una delle sette chiavi riceveva da questa un immenso potere, che doveva però essere utilizzato in modo tale da proteggere l'umanità. Tanto più potere riceveva invece chi le possedeva tutte e sette, che poteva benissimo avere il controllo di tutto l'universo. Ma un giorno, la principessa giovane ed inesperta si fidò delle parole di un uomo, all'apparenza mesto, fidato e gentile, ma in realtà un uomo dal cuore meschino e malvagio. Il regno sotto il controllo della ragazza non riusciva a crescere e veniva sottomesso e sconfitto da tutte le potenze confinanti. Allora la giovane fanciulla , sotto consiglio di una domestica che in realtà era una strega maligna, si rivolse a quest'ultimo, conosciuto da tutti con il nome di Airdgal. Egli, sapendo che la famiglia reale della giovane era custode delle 7 chiavi magiche, penso di sfruttare(avendo successo) il puro cuore della principessa Uasal, per raggiungere i suoi loschi e terribili scopi. Uasal avrebbe dovuto liberare utilizzando la purezza del suo dolce cuore tutti i lari contenuti nelle sette chiavi e chiedere il loro aiuto, pregando che il regno tornasse allo splendore di un tempo e dicendole che poi sarebbe servito l'aiuto della sua grande magia per adempiere a quanto chiesto.I due si dovevano incontrare in un luogo prestabilito in una foresta lontana dalla visibilità umana, una foresta mistica, abitata da creature mai viste prime, la foresta Tuilelaith . La principessa all'inizio abboccò all'inganno, ma il lare che si trovava nella chiave custodita da lei medesima la mise in guardia riguardo il ciarlatano. Uasal si recò comunque nel posto prestabilito, portando con se la stele delle sette chiavi magiche. Airdgal svelò subito la sua vera faccia, e comandò le forze oscure di imprigionare la principessa dentro una porta magica, che avrebbe portato ad un'altra dimensione, dimenticata da Dio, dai viventi, e da tutto ciò che di lucente vi era nel mondo. Preparata ad ogni evenienza Uasal pronunciò una formula magica, che fece si che le chiavi si disperdessero per i sette regni. Airdgal in tutta risposta, formulò un sortilegio, che inseriva dentro di esse tutti i sentimenti e le azioni impure degli esseri umani, trasformando i lari al loro interno in forze negative. Solo una chiave si salvò. Una chiave che la principessa aveva protetto con la sua stessa vita. Prima che la forza negativa si impadronisse anche di questa ultima chiave , Uasal fece uscire da essa il lare corrispondente in cambio della sua anima. Se tutte le chiavi infatti fossero state contaminate, l'equilibrio del mondo si sarebbe spezzato, e i lari ormai demoni, impazziti avrebbero raso al suolo l'universo e il mago venne risucchiato dalla stessa dimensione in cui lui aveva tentato di rinchiudere la principessa, che diede in eredità il potere della chiave da lei posseduta ai futuri suoi discendenti con il compito di ritrovarle tutte quante e purificarle, per far risanare del tutto l'equilibrio del mondo intero riportando le chiavi nella stele e nel loro posto di origine.”


Questo era quanto. Mi sentivo stranamente e irrimediabilmente attratta da questa leggenda, perché in qualche modo mi sentivo legata a quella dolce ragazza che aveva sacrificato la sua vita per l'amore del suo lare, la vecchia infatti mi raccontò dopo, che i due avevano una storia d'amore, una storia d'amore che definì utopica, platonica, irrealizzabile dal momento in cui lei era un'umana e lui una mezza divinità, che non poteva permettersi di essere catturata da un sentimento irrazionale come l'Amore.
Non piansi. Non avevo lacrime per manifestare la profonda sofferenza che in quel momento stava diffondendosi nel mio cuore, già troppe volte trafitto per poter sanguinare, fu Leon che si mise a piangere e che levò la maschera del fratello forte che deve proteggere sua sorella. Ma lo capivo, capivo che cosa stava provando perché anche se io non manifestavo i miei sentimenti lui sapeva esattamente che lo stesso dolore che lui provava lo stavo provando anche io.
Lo abbracciai dicendo: “ Dai fratellino, non piangere,non voglio che tu sia triste..” detto questo lo feci posare delicatamente sul mio letto, e gli rimboccai le coperte. Dokey ci raggiunse sul lettone, e capendo la nostra tristezza rispose con un mugolio ed un enorme leccata in pieno volto ad entrambi, facendoci scappare una risata.
Tra temporale, vento, e pioggia anche quella notte passò. Leon si addormentò quasi subito con la testa appoggiata sul mio petto, e cosi anche Dokey, che si era messo ai nostri piedi e faceva da calorifero.
Io non riuscivo a dormire, ma non perché avevo passato gran parte della settimana nel mondo dei sogni ergo degli incubi, ma semplicemente perché non riuscivo a dormire. La foresta, la voce, l'unicorno dagli occhi scarlatti, tutto sembrava cosi reale.
Il mio sguardo si posò senza un motivo verso il mio collo. Notai che da esso pendeva una collana con un pendente a forma di croce celtica che non avevo mai visto prima d'ora, anzi oserei dire che non avevo mai AVUTO fino ad ora. Fu li che capì che certamente qualcosa non andava per il verso giusto.
Ma non ci feci tanto caso e cercai di riaddormentarmi inutilmente. Soltanto alle 3 del mattino riuscì a prendere sonno, con un immensa fatica dopo aver ingurgitato un sonnifero. Ma la sveglia suonò tremenda 4 ore dopo. Non era una sveglia normale, o no! Quella l'avevo lasciata apposta nel ranch della nonna perché non avevo più intenzione di andare a scuola. Fu Dokey che mi svegliò, grattando e abbaiando di sotto al portone d'ingresso principale. Scendendo per le lunghe scale a chiocciola mi accorsi che quel posto non era una semplice casa, era una vera e propria villa! Lo spazio era immenso e l'edificio disponeva inoltre di una vasta sala da ballo che culminava con un grandissimo caminetto versione “Luigi XVI”. Mi ero recata in Europa, più precisamente a Parigi l'anno prima, per volere di mia madre che voleva far migliorare il mio francese,dicendo che mi avrebbe dato più eleganza conoscere una lingua tanto raffinata come la lingua francofona. Ma io avevo da sempre odiato il francese, la consideravo una lingua da finocchi! Ogni volta che sentivo un francese parlare infatti gli ridevo in faccia, per questo in quel mese estivo e caldo com'era agosto non riuscì nemmeno a memorizzare una sola frase di ciò che mi diceva il mio insegnante privato, pagato da mia mamma che disponeva di un ingente patrimonio. L'unica cosa che in quel posto destò la mia curiosità era la reggia di Versailles. Mia madre aveva infatti fatto sì che io visitassi quella struttura imponente non in gruppo ma da sola, naturalmente insieme al mio insegnante che ne conosceva ogni angolo. Se no mi sarei senz'altro persa nei suoi meandri, dato inoltre che il mio senso dell'orientamento faceva pena. A scuola infatti il mio volto più alto nella materia “Capacità di orientamento” era... F! Ebbene guardando quel camino mi ricordava i tanti camini di Versailles e lo stesso la sala da ballo! Immaginavo tante bellissime dame di corte, lustrate e truccate per far colpo sui nobil uomini che danzavano al centro della pista. Il persistente abbaiare di Dokey interruppe però il mio fantasticare. Mi recai al portone d'ingresso e sgridai Dokey dicendo: “ Che hai da sbraitare cosi tanto! Non è ancora ora della tua passeggiata mattutina!” lui in tutta risposta mi disse: “Arrf!” e indicava con il muso la porta, come se mi stesse chiedendo di aprire.
Guardai fuori dallo spioncino, e in tutta sorpresa, mi accorsi chi stava dietro la porta. Rossi capelli venivano scossi dolcemente dal vento freddo di tramontana che la mattina tirava, due occhi blu penetranti fissavano lo spioncino, e quella pelle candida veniva illuminata dalla pallida luce del sole che si faceva vedere appena. Era lui. Laliael Webstore, che bussava alla mia porta: “ Beh? Che fai mi fai entrare o mi fai rimanere qui al freddo e al gelo?” mi disse da oltre la porta con un sorrisetto spavaldo e sicuro di se'. : “ Penso che opterò per la seconda opzione!” li dissi arrabbiata per il modo in cui si era pavoneggiato poco fa. Chiusi il chiavistello due e altre due volte per non lasciargli nemmeno un margine di possibilità nel caso lui volesse forzare la serratura. Silenzio. Dopo la mia frase non sentì più la sua voce. Riguardai nello spioncino, ma era sparito.
Tra me pensai: “ Forse gli è accaduto qualcosa? Magari si è collassato a causa del freddo? In questo caso io sarei un'assassina?” “Aaaargh!” strillai. Aprì la porta guardai a destra, poi a sinistra, ma niente. Stavo per richiudere la porta convinta che lui se ne fosse andato. Mi girai e feci per rientrare in casa, quando due braccia forti mi strinsero per la vita sollevandomi in aria: “ Yuuuh! Yuuuh! Vola vola vooolaaa!!” Mi accorsi con rammarico, che purtroppo non se n'era andato... O forse ne ero felice? Sta di fatto che mi spaventai e gli diedi un calcio, facendolo capitolare giù dagli scalini che si dovevano percorrere per raggiungere il portone di casa.
“ Yuuuh-uh! Un corno scemo! Che sei venuto a fare qui!? Io neanche ti conosco, tu ti presenti a casa mia e... e dovrei farti pure entrare? Rispondi Cane!” gli dissi scendendo giù per le scale da dove l'avevo fatto cadere e mettendogli un piede all'altezza del petto.
“ Ma come... è possibile che tu non ti ricordi di me?” mi chiese deluso e all'apparenza sorpreso. “ Io non ti ho mai visto in vita mia! Mia scambiata senz'altro per qualcun altra! Dato che immagino tu abbia molte ammiratrici!” commentai sbuffando e arrossendo un po'. “ Perché pensi questo? Sei forse gelosa?” riprese a boffonchiare con quel suo sorriso che ormai amavo alla follia.
“ Tu.... IDIOTA!” girai i tacchi ed entrai di nuovo in casa , lasciandomi quel misterioso ragazzo alle spalle.
“ Io... Gelosa...Pff! Neanche ti conosco stupido!” dissi tra me. Stavolta non senti bussare alla porta, ma suonare al campanello.
“ Chi sarà questa volta!!” aprì di scatto. Era ancora lui. “ Hai lasciato questo cagnolone fuori! Sta attenta è pericoloso si potrebbe perdere!” Mi fece saltare letteralmente i nervi: “ Tu... Tu che ne vuoi sapere eh!! Fatti gli affari tuoi e non provare a dirmi che sono irresponsabile!” gli urlai contro. “ Sei irresponsabile..” mi rispose lui con il suo solito sorrisetto. Gli chiusi un 'altra volta il portone in faccia. Chi era in realtà quel giovane? E perché le sue attenzioni in realtà mi facevano cosi tanto piacere? Continuavo ad avere la sensazione di conoscerlo...
 
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view post Posted on 12/2/2013, 15:22     +1   -1
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Laliael Webstore

Ma è adorabile >w<
Sta fiction mi piace troppo sei bravissima*O*
 
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•B-Rabbit_95!†
view post Posted on 12/2/2013, 16:49     +1   -1




sono contenta!! *^* ti piacciono i nomi??? alcuni tipo il nome della principessa, del cattivo e del tipo che le piace sono irlandesi!! ^w^
 
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view post Posted on 12/2/2013, 17:39     +1   -1
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E' bellissimo tutto, Anche Judi mi piace molto<3
 
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•B-Rabbit_95!†
view post Posted on 12/2/2013, 21:55     +1   -1




CITAZIONE (×Michiyo. @ 12/2/2013, 17:39) 
E' bellissimo tutto, Anche Judi mi piace molto<3

Sono contenta che ti piacciano anche i nomi!! *^*
 
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Hisae
view post Posted on 13/2/2013, 17:45     +1   -1




Belliffima*Q* *aspetta il continuo*
 
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view post Posted on 13/2/2013, 20:35     +1   -1




CITAZIONE (Hisae @ 13/2/2013, 17:45) 
Belliffima*Q* *aspetta il continuo*

grazie!! *^*
 
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view post Posted on 18/2/2013, 11:59     +1   -1
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CITAZIONE (•B-Rabbit_95!† @ 12/2/2013, 21:55) 
CITAZIONE (×Michiyo. @ 12/2/2013, 17:39) 
E' bellissimo tutto, Anche Judi mi piace molto<3

Sono contenta che ti piacciano anche i nomi!! *^*

<3 :lol.gif:
 
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27 replies since 6/2/2013, 18:16   185 views
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